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giovedì 29 gennaio 2015

PER NON DIMENTICARE MAI

Innanzitutto prima di cominciare a scrivere volevo scusarmi per la mia assenza sul blog con tutti i miei eventuali lettori che potevano aspettare qualche mio scritto, ma purtroppo per impegni e per salute sono stato impossibilitato. Detto questo, voglio subito recuperare e presentare un lavoro particolare e insolito su quello che un paio di giorni fa, esattamente il 27-01-2015, è stato ricordato come uno dei giorni più tristi per quanto riguarda la storia recente, ovvero il giorno della memoria della Shoah o Olocausto.

Quello che ci racconta qualsiasi libro di storia o che noi conosciamo come risaputo è che nella "soluzione finale" o "Olocausto", a perdere la vita furono circa tra i 5 e i 6 milioni di ebrei...ma vi siete mai chiesti, se tutto questo, ovvero uno degli avvenimenti più eclatanti e terribili della storia non fosse vero o del tutto vero? E se quello che ci hanno sempre fatto credere fosse preso da scritti falsi o travisati da parte di qualcuno che poteva avere interesse o meno a farlo? Questo cambierebbe la storia? O meglio, questo cambierebbe il vostro modo di pensare o percepire la storia? Vediamo...
Alla fine del mio percorso universitario come lavoro di tesi, assumendomi i rischi del caso, ho provato ad affrontare uno degli argomenti più antipatici, spiacevoli e malvisti della storia, ovvero il "Negazionismo dell'Olocasto".
Nel periodo che precede, accompagna e segue la seconda guerra mondiale, milioni furono le persone che persero la vita in maniera tragica, e nei modi più terribili, tra i lager nazisti e tra i vari campi di concentramento; questa vicenda, che suona ormai come risaputa e inconfutabile, da qualsiasi persona che abbia dato un semplice sguardo ad un normale libro di storia contemporanea, è stata però a suo tempo, e tutt’ ora oggi, messa in discussione fortemente o addirittura negata da molte persone, tra cui, autori e storici di professione. Le persone, gli autori e gli storici che hanno messo in discussione o addirittura negato tali vicende storiche, si classificano come revisionisti o negazionisti dell’Olocausto, dove per Olocausto ci riferiamo letteralmente, oltre che al genocidio del popolo ebreo compiuto dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, allo sterminio di tutte quelle persone di etnie ritenute "indesiderabili" e "non pure", richiamandosi ai principi di Darwin e al movimento per l'igiene della razza, secondo i quali quindi, omosessuali, oppositori politici, zingari, e testimoni di Geova, dovevano essere eliminati per garantire l'integrità e il miglioramento della razza del popolo tedesco. I negazionisti dell'Olocausto, sono coloro che di fronte all’ enorme massa di documenti storici a testimonianza di ciò che accadeva nei lager nazisti, ritengono che si tratti per lo più, di materiale documentario truccato e dichiarano che l’Olocausto sia una grande impostura del nostro secolo.
Il problema e la tesi principale di questi sostenitori negazionisti, di cui conosciamo che ci sono diversi temi ricorrenti nei diversi loro scritti, ma l’argomento cardine vero e proprio della polemica, sarebbe l’inesistenza delle camere a gas. I fautori di questo pensiero Robert Fuarisson e Fred Leuchter cercarono di dimostrare anche a livello scientifico l’inadeguatezza e l’infondatezza di certe affermazioni. Nel loro scritto, il famoso “Leuchter report”, attraverso un attenta e approfondita disquisizione tecnica, effettuata ad Auschwitz-Birkenau, cercarono di dimostrare che non erano stati possibili stermini di massa attraverso l’uso di gas, in quanto non risultava alcuna traccia, nè rimanenza che normalmente è riscontrabile avendo fatto uso di tali elementi. L’attenzione principale da parte di quanti si sono interessati e si interessano a questa dimostrazione, è rivolta all’ esame del tipo di gas che si presume venne utilizzato all’ interno delle camere: si tratta dello Zyklon-B, a base di acido cianidrico, che serviva alla disinfestazione dei parassiti. Questo gas utilizzato già peraltro nel secolo antecedente, veniva impiegato già all’epoca per la disinfestazione e la derattizzazione di topi e insetti vari, cercando di impedire le espansioni di tifo e pesti varie su mezzi di trasporto e fabbricati vari, dove c’era maggiore possibilità di contagio. Recentemente, è stato clinicamente dimostrato che se questo gas viene inalato in grande quantità procura morte in tempi piuttosto brevi, mentre se aspirato in quantità minori procura forti emicranie, vertigini, nausea e vomito; in più, ne è riconosciuta anche un’alta pericolosità per contagio: è dunque classificabile come veleno e non come ha sostenuto qualcuno in passato, come disinfettante. La fabbricazione e l’espansione di questo specifico prodotto era, nel periodo del conflitto, affidata alla DEGESCH di Francoforte, che lo consegnava su un supporto poroso come polpa di legno o terra di diatomee, confezionato in pasticche, sigillato ermeticamente in scatole di latta, con le pasticche che venivano sparse sul pavimento dell'area da fumigare.
Da qui arrivano le più grandi critiche e i più forti attacchi da parte dei sostenitori negazionisti, in quanto dato che questa è l'unica maniera per spargere efficacemente il gas, è quindi un falso il racconto secondo il quale il gas fosse immesso dai fori dei pomi delle docce, tecnica di gasazione assurda inventata, secondo loro, dai testimoni più sprovveduti che non avevano la minima idea di cosa fosse lo Zyklon-B. In più, il procedimento di diffusione richiede da 24 a 48 ore e dopo la fumigazione, la ventilazione avviene in un minimo di 10 ore. Se l'ambiente non ha finestre, il tempo necessario si allunga notevolmente e, nel caso di un edificio, dovrebbe essere fatto in mattoni ed essere ricoperto all'interno e all'esterno di catrame o asfalto, con porte e finestre sigillate con tela gommata ed impermeabilizzate con un buon sigillante, come il catrame o il neoprene, al fine di prevenire filtrazioni e rendere le superfici porose impermeabili all'impregnazione da parte del gas; e francamente tutto questo non risultava a tali sostenitori, molti dei quali che, vistando Auschwitz, furono colpiti dalla piccolezza e dalla primitività di tali impianti, e a cui quindi risultò impossibile pensare che là fossero stati uccisi milioni di uomini.
Altro tema in questione è relativo alla cifra delle vittime ebraiche eliminate dai nazisti durante il conflitto che sarebbe notevolmente minore al numero normalmente indicato. Paul Rassinier, in merito al tema sopra indicato, sosteneva che il numero delle vittime non superasse il milione; Manfred Roeder affermò invece che il numero dei morti procurati dallo sterminio addirittura non fosse superiore ai 200.000. Addirittura Vidal-Naquet, richiamandosi alle dichiarazioni di questi autori, sostenne che il numero delle vittime sarebbe da considerare ancora inferiore, in quanto non si sarebbe tenuto conto delle morti naturali, da ritenere abbondanti in quel periodo per le scarse condizioni igieniche, sanitarie e nutrizionali e dalle incursioni sulle aeree degli Alleati sui campi di concentramento. Di quanto detto in precedenza è bene però chiarire, che siccome ci sono stati vari tentativi di tanti storici negazionisti di camuffare le cifre delle vittime in questione, attualmente, non si è giunti a calcolare una cifra definitiva; a dispetto di ciò, neppure la storiografia ufficiale è ancora riuscita a definire nulla di particolarmente preciso in merito.
Ennesima argomentazione a supporto delle tesi negazioniste riguarda il mito del genocidio; questo secondo i negazionisti sarebbe stato creato dagli avversari di guerra dei tedeschi, per accusare gli stessi, allo scopo di demonizzare la Germania nazista; una manovra politica ideata probabilmente dal movimento sionista di espressione ebraica, che in questo modo costringeva così la Germania a pagare tutti i danni di guerra ad Israele. La riprova di quanto affermato dagli autori negazionisti in precedenza, sarebbe che le stesse persone che sono state vittima dei campi di concentramento, hanno poi rinnegato poi l’esperienza stessa, per dare credito al movimento sionista, confermando di fatto le tesi negazioniste, e cioè che tutto fosse stato fatto e ideato per screditare la Germania. Contro queste tesi negazioniste però si opposero sin da subito, dapprima Georges Wellers, che fece esperienza del campo di Auschwitz, e poi il medico Jean-Claude Pressac, ideatore di una verifica approfondita, mai fatta in precedenza, sulle tecniche di sterminio tra i vari campi di concentramento nazisti.
Ricercando ancora altre tesi, alcuni tra gli autori negazionisti, sostengono che i lager nazisti fossero addirittura controllati dagli ebrei, richiamandosi così all’ antico sospetto di un complotto giudaico per il dominio del mondo. Secondo questi autori l’economia ebraica avrebbe favorito così l’arrivo al potere di Hitler, ben sapendo che questi avrebbe condotto i tedeschi alla vittoria, suggellando l’idea di una ripercussione economica della Germania nei confronti di Israele per i danni subiti dalla guerra. Roosevelt, secondo Percy L. Greaves, era considerato un agente sionista; invece la rivista New Solidarity affermava che “ci fossero dei sospetti collegamenti tra il movimento sionista, la monarchia britannica, i servizi segreti inglesi e le varie organizzazioni segrete, quali il Culto di Iside e i Cavalieri di Malta”. I negazionisti sostenevano inoltre che i mezzi di comunicazione e di informazione fossero gestiti dagli ebrei stessi che li usavano così per propagare il loro pensiero, le loro azioni e i loro piani. Di fronte a questi fatti la reazione più naturale di tutti noi è di rifiutare tali affermazioni sostenute dagli autori negazionisti e di non voler analizzare le tesi da loro riportate, siccome mettono in discussione l'eventuale morte di migliaia di persone. E’ opportuno che ognuno di noi si ponga in modo critico di fronte a tali affermazioni e cerchi in tutto questo di affermare la verità senza lasciarsi coinvolgere o influenzare da scritti o tesi sostenute dai vari autori, per non correre il rischio di condannare o assolvere nessuno in maniera errata.
Non ci siamo mai posti nel corso di questo scritto, nella posizione di voler trovare delle risposte, o di giungere a verità in termini assoluti; con posizione umile e senza alcuna forma di pretesa, ci siamo posti l'unico scopo di presentare l'argomento, difficile e dibattuto cosi com'è, come ci viene raccontato dagli esperti, dagli autori storici, e da chiunque si sia interessato all'argomento in maniera così notevole, tanto da riuscire a trovare addirittura una posizione a favore o a sfavore di certi fatti, che seppur vengono fatti passare da qualcuno come una semplice parentesi della storia, rivestono una posizione indimenticabile. E' probabile che non sapremo mai quanti ebrei siano realmente morti nei lager nazisti, o se le camere a gas venivano realmente utilizzate come strumento di morte, o se Hitler fosse a conoscenza e avesse dato o meno l'ordine dello sterminio, ma quel che sembra vero da certi racconti e dalla storia, è che milioni di persone abbiano perso la vita nei modi più terribili che si possa immaginare. Tutte le persone considerate "non pure" dai tedeschi, dagli uomini alle donne, i bambini, gli ebrei in particolare, e chiunque abbia fatto parte di certe stragi, esagerate o meno che siano dai racconti, per opera di camere a gas, fucilazioni, epidemie, o per del semplice odio, l'unica cosa che ci riguarda, non è di giungere a raccontare e imporre certe verità come provano a fare alcuni autori negazionisti, anzi a questo punto quello che probabilmente ci colpisce, proprio di certi autori, è l'accanimento e la poca umanità, con cui certe persone tentano di far conoscere alla gente comune i fatti, così come loro credono siano andati, talvolta e molto spesso, montando storie e camuffando documenti che vengono fatti passare come ufficiali. L'unica cosa che ci tocca allora di fronte a tutto ciò è un sentimento di pietà, verso tutti i coloro che di fronte a milioni di persone morte, hanno solo il coraggio di negare fino alla morte quanto sembra realmente accaduto, rendendo la vita umana, di milioni di persone, solo poca roba, insignificante, paragonandola a numeri da confrontare, e su cui aver ragione o meno.

Riflettiamo, a presto.

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